Per Chi Ha Fretta

È tornata in auge la truffa Wangiri, una tecnica diffusa in tutto il mondo che sfrutta la curiosità degli utenti per prosciugarne il credito telefonico o la linea fissa. Il termine, che significa “uno squillo e via”, descrive esattamente il meccanismo: si riceve una chiamata brevissima da un numero con prefisso internazionale sconosciuto (recentemente, ad esempio, il +30 della Grecia o il +40 della Romania). Lo scopo dei truffatori, che usano software automatici per chiamare migliaia di utenti, è farsi richiamare. Richiamando il numero, infatti, si viene collegati a servizi a pagamento con tariffe estremamente elevate al minuto, che prosciugano rapidamente il saldo o generano addebiti molto onerosi in bolletta. La difesa è semplice e immediata: mai richiamare numeri esteri sconosciuti che hanno fatto un solo squillo.


Wangiri: Quando l’Uno Squillo Costa Decine di Euro

Il fenomeno del Wangiri (dal giapponese uno squillo e via) rappresenta una delle tecniche di frode telefonica più longeve, ma sempre attuali. I criminali sfruttano la natura umana, in particolare la curiosità e l’ansia di aver perso una chiamata importante, per generare profitto illecito.

Il Meccanismo del Salasso

Il trucco è interamente basato sul richiamo a un numero premium, ovvero un numero con tariffazione speciale e molto costosa.

  1. L’Aggancio: Un sistema automatizzato (robocall) compone migliaia di numeri, lasciando squillare per un tempo brevissimo, giusto il necessario per apparire sul registro delle chiamate perse.
  2. La Trappola: Il prefisso internazionale (storicamente +216 della Tunisia, +33 della Francia, ma in questo periodo in Italia si segnalano spesso +30 della Grecia e +40 della Romania) induce a pensare a una chiamata importante dall’estero.
  3. Il Richiamo a Pagamento: Se la vittima richiama, viene connessa a un centralino automatico o a una finta attesa che prolunga inutilmente la conversazione. In questo lasso di tempo, il costo al minuto può arrivare a cifre esorbitanti, sottraendo credito telefonico o gonfiando la bolletta.

Aggiornamenti di ottobre 2025: Sebbene la tecnica principale rimanga lo “squillo senza risposta”, le reti criminali affiancano spesso al Wangiri anche tentativi di Phishing o Smishing (truffa via SMS). Ad esempio, subito dopo il Wangiri, potrebbero inviare SMS che notificano una finta vincita o un pacco bloccato, invitando a cliccare su un link o richiamare per “sbloccare” la situazione, tentando così di rubare anche dati personali o bancari.


Sicurezza Telefonica: I Consigli per Bloccare il Wangiri

La migliore difesa contro questo tipo di truffa è la prevenzione, poiché il danno economico può essere istantaneo.

Come Prevenire il Problema

  1. Mai Richiamare Numeri Sconosciuti Esteri: Se non state aspettando una chiamata specifica dall’estero (lavoro, familiari), ignorate categoricamente qualsiasi numero con prefisso internazionale che ha fatto un solo squillo.
  2. Verifica il Prefisso: Controlla sempre il prefisso di chiamata. Diffida di numeri come +30, +40, +44 (Regno Unito), +53 (Cuba), +216 (Tunisia), ecc.
  3. Contatta l’Operatore (Opzionale, ma Sicuro): Per chi non ha contatti con l’estero, è possibile chiedere al proprio operatore telefonico di inibire o bloccare completamente le chiamate in uscita verso numeri a sovrapprezzo internazionale.
  4. Usa Filtri Anti-Spam: Molte applicazioni e servizi di smartphone offrono filtri avanzati che identificano e bloccano automaticamente i numeri spam e le robocall notoriamente fraudolente.

Cosa Fare Se Sei Caduto Nella Trappola

Se per errore hai richiamato e hai notato un addebito anomalo o il tuo credito è sparito:

  1. Contatta Immediatamente il Tuo Operatore: Chiama il Servizio Clienti del tuo gestore telefonico (TIM, Vodafone, WindTre, Iliad, ecc.) e segnala l’accaduto come una truffa Wangiri. Chiedi immediatamente una verifica degli addebiti anomali e, se possibile, il blocco dei servizi a sovrapprezzo non richiesti.
  2. Denuncia l’Accaduto: È fondamentale presentare una denuncia alle autorità competenti. Rivolgiti alla Polizia Postale e delle Comunicazioni o ai Carabinieri per formalizzare l’episodio. La tua segnalazione è vitale per le indagini e per proteggere altri utenti.
  3. Contesta l’Addebito: Se l’operatore non dovesse risolvere il problema in modo soddisfacente, puoi rivolgerti a organismi di tutela del consumatore o avviare una controversia tramite l’AGCOM (Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni) per la risoluzione della controversia.

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