Una delle tipologie di truffe online più subdole e psicologicamente devastanti è quella che sfrutta l’impersonificazione di autorità di polizia o giudiziarie per accusare i cittadini di gravi reati, spesso legati all’uso di internet, come la visualizzazione di materiale pedopornografico. Queste comunicazioni fraudolente, veicolate principalmente via email ma anche tramite SMS o messaggi sui social, mirano a generare uno stato di shock e paura nel destinatario, inducendolo a contattare i criminali nel tentativo di “chiarire” la propria posizione, finendo così vittima di estorsione.

Banner Teleassistenza
Problemi con il PC? Risolviamo tutto a distanza con la nostra assistenza professionale
Scopri i nostri pacchetti

Per chi ha fretta

Circolano email e messaggi falsi che, fingendosi comunicazioni ufficiali di Polizia (Postale, di Stato, Europol), Ministeri o Procure, accusano il destinatario di reati legati a contenuti illegali (spesso pedopornografia) e lo invitano a rispondere o a pagare per evitare conseguenze legali. Si tratta di una truffa per estorcere denaro o dati. Nessuna forza di polizia o autorità giudiziaria contatta i cittadini in questo modo via email o messaggio. Ignora, non rispondere, non aprire allegati e segnala subito l’email/messaggio alla Polizia Postale. Non pagare mai alcuna somma richiesta.

L’Architettura dell’Inganno: Far Leva sulla Paura

La truffa si basa su un meccanismo di ingegneria sociale che sfrutta una delle emozioni umane più potenti: la paura. Il messaggio tipico si presenta con toni estremamente seri e ufficiali, utilizzando loghi (spesso contraffatti di Polizia di Stato, Polizia Postale, Ministero dell’Interno, Europol, Procure, Tribunali) e nomi di funzionari o autorità inesistenti o reali ma utilizzati in modo fraudolento (come avvenuto in passato con nomi di Dirigenti della Polizia Postale).

Il contenuto dell’email o del messaggio è studiato per colpire duramente il destinatario:

  • Accusa Terrificante: Viene notificata una presunta “convocazione” o “indagine” a carico del destinatario, spesso per reati infamanti come la detenzione o visualizzazione di materiale pedopornografico, ma anche hacking, frodi informatiche o violazioni di copyright.
  • Dettagli Fittizi: Il messaggio può includere riferimenti a presunte analisi del traffico internet o dei dispositivi dell’utente per conferire maggiore credibilità all’accusa. Viene allegato un finto documento ufficiale (in formato PDF o simile) che dovrebbe contenere i dettagli della convocazione o dell’indagine, ma che in realtà potrebbe nascondere malware o semplicemente ripetere le minacce del messaggio principale.
  • Richiesta di Contatto o Azione Immediata: La vittima viene invitata a rispondere all’email per “chiarire la sua posizione”, fornire giustificazioni, o, nella fase successiva della truffa, effettuare un pagamento per “archiviare il caso” o evitare procedimenti penali.

Lo scopo immediato dei truffatori è duplice: da un lato, causare un forte stato di agitazione e angoscia nel destinatario, che, preso dal panico e desideroso di dimostrare la propria innocenza, è più propenso a rispondere e a seguire le istruzioni dei criminali; dall’altro, verificare l’indirizzo email o il numero di telefono come attivi e associati a una persona che ha reagito alla minaccia, rendendola un bersaglio primario per ulteriori tentativi di estorsione.

Nella fase successiva, una volta stabilito il contatto (spesso tramite email, ma anche via telefono o chat se la vittima fornisce i propri contatti), i truffatori procedono con la richiesta di denaro. Le modalità di pagamento richieste sono quasi sempre difficilmente tracciabili, come bonifici su carte prepagate (intestate a prestanome), ricariche di criptovalute, o l’acquisto di voucher e codici regalo da inviare ai criminali.

È fondamentale sottolineare, come ribadito costantemente dalla Polizia di Stato e dalla Polizia Postale, che nessuna forza di polizia, autorità giudiziaria o istituzione pubblica contatta i cittadini tramite email, SMS o messaggi sui social media per notificare indagini penali, richiedere chiarimenti su reati o chiedere pagamenti per evitare procedimenti. Le comunicazioni ufficiali avvengono tramite canali formali (notifiche cartacee, convocazioni in presenza, comunicazioni tramite avvocati).

Come Riconoscere ed Evitare la Truffa del Finto Funzionario di Polizia

La chiave per difendersi da questa subdola truffa è riconoscere i segnali d’allarme e mantenere la calma:

  • Provenienza Insolita della Comunicazione: Le autorità di polizia e giudiziarie non utilizzano canali informali come email personali, SMS o messaggi sui social network per notifiche formali, convocazioni o indagini. Se ricevi una comunicazione di questo tipo, è quasi certamente una truffa.
  • Tono Allarmistico e Minaccioso: Il messaggio è volutamente allarmante, minaccia conseguenze legali gravi e immediate per indurre panico e spingerti ad agire d’impulso.
  • Richiesta di Risposta Urgente o Pagamento: Le autorità legittime non chiedono pagamenti diretti o risposte immediate tramite email o messaggio per risolvere procedimenti penali.
  • Errori Grammaticali o di Formattazione: Sebbene i truffatori stiano migliorando, i messaggi fraudolenti possono ancora presentare errori di battitura, grammaticali o una formattazione poco professionale.
  • Mittente e Loghi Sospetti: Controlla attentamente l’indirizzo email del mittente: anche se sembra simile a uno ufficiale, potrebbe presentare piccole variazioni o utilizzare domini generici. I loghi potrebbero apparire sgranati o leggermente diversi da quelli autentici.
  • Richiesta di Dati Sensibili o Pagamenti Non Tracciabili: Qualsiasi richiesta di fornire dati personali riservati, credenziali di accesso o di effettuare pagamenti tramite metodi non tracciabili (criptovalute, voucher) è un segnale inequivocabile di truffa.
  • Allegati o Link Sospetti: Non aprire mai allegati né cliccare su link contenuti in email o messaggi di cui non sei assolutamente certo della provenienza e legittimità.

Cosa Fare se si Riceve una Falsa Convocazione o si Cade nella Truffa

Se ricevi un’email o un messaggio che temi possa essere una truffa di questo tipo:

  • Mantieni la Calma: Non lasciarti prendere dal panico. Ricorda che le autorità non operano in questo modo.
  • Non Rispondere e Non Cliccare: Non rispondere all’email o al messaggio. Non cliccare su alcun link e non aprire allegati. Interrompi immediatamente qualsiasi interazione con il mittente.
  • Non Effettuare Pagamenti: Non pagare assolutamente alcuna somma richiesta dai truffatori.
  • Raccogli le Prove: Non cancellare l’email o il messaggio. Conserva la comunicazione ricevuta, prendi nota dell’indirizzo email o del numero di telefono del mittente.
  • Segnala l’Accaduto: Segnala immediatamente l’email o il messaggio alla Polizia Postale e delle Comunicazioni. Puoi farlo tramite il loro portale online (commissariatodips.it) o recandoti presso un loro ufficio. La segnalazione è fondamentale per aiutare le indagini e prevenire che altri cadano vittime.
  • Informa i Tuoi Contatti: Se la truffa è arrivata tramite un account (email, social) che potresti aver usato per comunicare con altre persone, avvisa i tuoi contatti per metterli in guardia.
  • Se Hai Fornito Dati o Pagato: Se, purtroppo, hai fornito dati personali o finanziari, o hai effettuato un pagamento, contatta immediatamente la tua banca o i servizi finanziari interessati per bloccare conti/carte e segnalare le transazioni fraudolente. Cambia le password di tutti gli account che potrebbero essere stati compromessi. Presenta comunque denuncia alla Polizia Postale, fornendo tutti i dettagli possibili.

Queste truffe sfruttano la rispettabilità delle istituzioni e la naturale preoccupazione dei cittadini di fronte a gravi accuse. Essere informati e non cedere al panico sono le difese più efficaci.

#checkblacklist #phishing #truffeonline #poliziapostale


Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *