
“Grazie ChatGPT”? Perché la Cortesia con l’AI è (Tecnicamente) Inutile (e Forse Costosa)
Per chi ha fretta
Molti utenti usano istintivamente “per favore” e “grazie” con chatbot come ChatGPT, trattandoli quasi come persone. Sebbene sia un’abitudine diffusa, tecnicamente la cortesia non migliora la qualità o l’accuratezza delle risposte dell’AI, che elabora le parole come dati (token) senza comprenderne il significato emotivo. Anzi, aggiungere parole superflue aumenta leggermente il carico computazionale e i costi energetici/economici per le aziende che gestiscono questi servizi (si parla di costi potenzialmente milionari su scala globale). Per ottenere risultati migliori, è più efficace concentrarsi su prompt chiari, specifici e contestualizzati, piuttosto che sulla forma di cortesia.
Introduzione: “Per Favore” e “Grazie” all’AI – Gentilezza Inutile o Abitudine Radicata?
“ChatGPT, potresti per favore scrivermi un’email?” … “Grazie mille!”. Molti di noi si ritrovano ad usare formule di cortesia quando interagiscono con chatbot e assistenti basati su intelligenza artificiale. Sembra naturale, quasi un riflesso condizionato delle nostre interazioni umane. Ma questa abitudine, per quanto diffusa, ha senso nel dialogo con una macchina? Influenza davvero le risposte che otteniamo? E quali sono le implicazioni nascoste, magari in termini di costi e del nostro stesso rapporto con la tecnologia?
Perché Siamo (Spesso) Gentili con i Chatbot?
La tendenza ad essere cortesi con l’AI è documentata. Ricerche (come una citata nel testo originale, riferita a UK/USA nel Dicembre 2024) indicano che una larga maggioranza di utenti utilizza regolarmente formule come “per favore” e “grazie”. Le ragioni sono probabilmente un mix di fattori psicologici e sociali:
- Antropomorfismo: Più un’AI diventa sofisticata e capace di dialogare in modo simile a un umano, più tendiamo inconsciamente ad attribuirle caratteristiche umane, inclusa la capacità di “apprezzare” la cortesia.
- Abitudine Sociale: Siamo addestrati fin da piccoli a usare la cortesia nelle interazioni. Questa abitudine si trasferisce quasi automaticamente anche nel dialogo con le macchine che simulano una conversazione.
- Condizionamento e “Buone Maniere”: Alcuni utenti potrebbero sentirsi a disagio a dare ordini diretti a un’entità che percepiscono come “intelligente”, preferendo mantenere un tono educato per abitudine personale.
- Proiezione Futura (Ironica o Meno): C’è chi scherza (o forse no) sul trattare bene l’AI “per quando prenderà il sopravvento”.
La Cortesia Influenza Davvero le Risposte dell’AI?
Dal punto di vista puramente tecnico, la risposta è generalmente no. I modelli linguistici attuali (come quelli dietro ChatGPT, Gemini, Llama 3, Claude) funzionano elaborando il testo in input come una sequenza di “token” (parole o parti di parole). Analizzano questi token per prevedere statisticamente la sequenza di token più probabile come risposta, in base agli enormi dati su cui sono stati addestrati.
Le parole “per favore” e “grazie”:
- Non vengono interpretate emotivamente: L’AI non “capisce” la gentilezza né prova gratitudine. Sono solo altri token da processare.
- Non migliorano l’accuratezza: Non ci sono prove concrete che aggiungere queste parole renda la risposta più precisa o corretta nei fatti. La qualità dipende dalla chiarezza della richiesta e dalla conoscenza del modello.
- Potrebbero (marginalmente) influenzare lo stile: Alcuni esperti di “prompt engineering” suggeriscono che il tono generale del prompt potrebbe influenzare sottilmente lo stile della risposta (es. un prompt molto formale potrebbe generare una risposta più formale), ma l’impatto delle singole parole di cortesia è considerato trascurabile sulla sostanza.
Il “Costo” Nascosto della Gentilezza: Efficienza e Risorse
Sebbene l’impatto sulla qualità della risposta sia minimo o nullo, c’è un’altra considerazione: l’efficienza e il costo. Ogni parola (token) in un prompt richiede una certa quantità di calcolo da parte dei potenti server che eseguono l’AI. Su scala globale, con miliardi di interazioni quotidiane:
- Aumento del Carico Computazionale: Milioni di “per favore” e “grazie” superflui si traducono in un carico di lavoro aggiuntivo per i data center.
- Maggiori Costi Energetici: Più calcoli significano più consumo di energia elettrica, con un conseguente impatto ambientale ed economico.
- Costi per le Aziende: Figure come Sam Altman (CEO di OpenAI) hanno evidenziato come l’inefficienza nei prompt (incluso l’eccesso di parole non essenziali) possa tradursi in costi operativi significativi, potenzialmente nell’ordine di milioni di dollari su base annua per l’intera infrastruttura. Sebbene attribuire “decine di milioni” solo alla cortesia possa essere un’iperbole o una semplificazione, il concetto di base rimane valido: prompt più brevi ed efficienti sono meno costosi da processare.
Oltre la Cortesia: Cosa Rende Davvero un Prompt Efficace?
Invece di preoccuparsi di essere “educati” con l’AI, è molto più produttivo concentrarsi su come formulare richieste che massimizzino la probabilità di ottenere una risposta utile e accurata:
- Chiarezza: Esprimi esattamente cosa vuoi, senza ambiguità.
- Specificità: Fornisci dettagli rilevanti. Più specifica è la domanda, migliore sarà la risposta. (Es. invece di “Parlami di Roma”, prova “Descrivi i principali monumenti dell’antica Roma e la loro funzione originaria”).
- Contesto: Dai all’AI le informazioni di base necessarie per capire la tua richiesta. (Es. “Sto scrivendo un’email a un cliente per…” invece di “Scrivi un’email”).
- Ruolo e Formato: Indica all’AI quale “ruolo” deve assumere (es. “Agisci come un esperto di marketing…”) e in quale formato vuoi la risposta (es. “elenco puntato”, “tabella”, “codice Python”, “tono informale”).
- Esempi (Few-Shot Prompting): Se possibile, fornisci uno o due esempi del tipo di output che desideri.
- Iterazione: Non aspettarti la risposta perfetta al primo tentativo. Riformula il prompt, chiedi chiarimenti, guida l’AI verso il risultato desiderato.
L’Altra Faccia della Medaglia: Implicazioni Sociali
Abbandonare la cortesia con l’AI solleva anche qualche riflessione sociale:
- Rinforzo delle Abitudini: Essere educati con l’AI può aiutare a mantenere vive buone abitudini comunicative anche tra persone.
- Desensibilizzazione? Alcuni temono che abituarsi a dare ordini diretti e non curarsi del tono con un’AI possa, a lungo andare, rendere le persone meno empatiche o cortesi nelle interazioni umane.
- Distinzione Uomo-Macchina: Altri sostengono che sia importante mantenere una chiara distinzione: l’AI è uno strumento, non un essere senziente, e trattarla come tale aiuta a gestire le aspettative e a non sviluppare legami emotivi inappropriati.
Non c’è una risposta univoca su quale sia l’approccio “giusto” dal punto di vista sociale, ma è un dibattito aperto.
Consigli per Interagire Efficacemente con l’AI (Oltre la Cortesia)
- Sii Diretto e Conciso: Vai dritto al punto. Elimina parole superflue (incluse, se vuoi ottimizzare, le formule di cortesia).
- Fornisci Contesto Sufficiente: Non dare per scontato che l’AI sappia di cosa stai parlando.
- Definisci Obiettivo e Formato: Specifica cosa vuoi ottenere e come lo vuoi presentato.
- Sperimenta e Itera: Prova diverse formulazioni del prompt se la prima risposta non è soddisfacente.
- Non Inserire Dati Sensibili: Ricorda che le conversazioni possono essere usate per addestrare l’AI (a meno di specifiche impostazioni privacy). Evita di inserire informazioni personali riservate.
- Verifica le Informazioni: Non prendere per oro colato le risposte dell’AI, specialmente su fatti o dati importanti. Fai sempre un controllo incrociato.
- Usa l’AI come Strumento, non come Persona: Mantieni la consapevolezza che stai interagendo con un software, per quanto avanzato.
Conclusioni: Verso un Nuovo Galateo Digitale?
La questione se essere o meno cortesi con l’intelligenza artificiale apre una finestra affascinante sul nostro rapporto in evoluzione con la tecnologia. Se da un lato la logica tecnica e l’efficienza suggeriscono che “per favore” e “grazie” siano superflui e potenzialmente costosi, dall’altro le nostre abitudini sociali e la crescente “umanizzazione” delle interfacce AI ci spingono a mantenere un comportamento educato. Probabilmente, la scelta migliore sta nel trovare un equilibrio: concentrarsi sulla chiarezza e l’efficacia del prompt per ottenere risultati migliori, pur mantenendo la consapevolezza che il modo in cui interagiamo con la tecnologia può riflettere e influenzare il nostro modo di interagire tra noi.

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