
Per chi ha fretta
Nuova allerta truffa: cybercriminali offrono piccole somme (spesso tra 20€ e 150€) a giovani per convincerli ad aprire conti correnti, carte prepagate o attivare app di pagamento a loro nome. L’obiettivo reale è usare questi conti come “conti di transito” (o money mule accounts) per riciclare denaro proveniente da altre attività illecite, rendendo difficile rintracciare i fondi rubati. Chi accetta, anche senza saperlo, diventa un prestanome e rischia gravi conseguenze legali, in primis l’accusa di riciclaggio. L’adescamento avviene principalmente tramite social network e app di messaggistica come Telegram.
Allarme “Money Mule”: la Truffa del Conto Corrente che Sfrutta i Giovani per Riciclare Denaro
Le forze dell’ordine lanciano un serio allarme riguardo a una truffa insidiosa che prende di mira specificamente i più giovani, adescandoli con la promessa di un guadagno facile e veloce in cambio di un’azione apparentemente innocua: aprire un conto corrente o attivare un servizio di pagamento online. A differenza delle truffe classiche che mirano a sottrarre denaro direttamente, questa offre una piccola somma, trasformando però la vittima in un ingranaggio inconsapevole di complesse operazioni criminali.
Il Meccanismo: Come Funziona la Trappola del “Conto Tecnico”
I cybercriminali sono costantemente alla ricerca di metodi per ripulire i proventi delle loro attività illecite (phishing, frodi online, ecc.). Hanno bisogno di “conti di transito”, intestati a terzi (prestanome), dove far confluire temporaneamente il denaro rubato prima di spostarlo ulteriormente, spesso all’estero, rendendone quasi impossibile il tracciamento. È qui che entrano in gioco i giovani: la loro potenziale inesperienza o la tentazione di un guadagno immediato li rendono obiettivi ideali.
La Polizia Postale conferma la crescente diffusione di richieste per l’apertura di conti presso banche tradizionali e online (come Postepay, YAP, Sumup, Hype, Revolut, BBVA, Viva Wallet) e persino wallet per criptovalute (come KuCoin). Questi diventano i cosiddetti “IBAN tecnici” o “conti civetta”, fondamentali per l’ecosistema del riciclaggio digitale.
L’Adescamento: Dai Social a Telegram, verso il Pericolo
La trappola scatta spesso sui social network, Instagram in primis, con annunci sponsorizzati dal tenore allettante: “Paghiamo 150 euro per superare la verifica del conto” o simili promesse di guadagno rapido senza sforzo. Chi risponde viene reindirizzato su canali di comunicazione più discreti, tipicamente Telegram. Qui, i criminali istruiscono la vittima passo dopo passo:
- Scaricare una o più app bancarie o di pagamento sul proprio smartphone.
- Procedere all’apertura del conto o all’attivazione del servizio utilizzando i propri dati anagrafici reali (necessari per superare le verifiche di identità – KYC).
- Associare al nuovo conto un indirizzo email e un numero di telefono forniti dai truffatori. Questo passaggio è cruciale perché dà ai criminali il pieno controllo operativo del conto appena aperto, pur essendo intestato alla vittima. Spesso, anche questi recapiti sono fittizi o legati ad altre identità compromesse.
- Fornire ai truffatori le credenziali di accesso o altri dati necessari per operare.
- Infine, viene chiesto di disinstallare l’app dal proprio telefono e, talvolta, di inviare uno screenshot come prova dell’avvenuta disinstallazione, cancellando così le tracce dirette dell’operazione dal dispositivo della vittima.
Il giovane riceve il suo magro compenso (dai 20 ai 100-150 euro per conto) e, ignaro dei rischi, potrebbe essere tentato di ripetere l’operazione o di coinvolgere amici, amplificando inconsapevolmente la portata della rete criminale.
Le Gravi Conseguenze: Rischio di Accusa per Riciclaggio
Il pericolo più grande per chi cade in questa trappola è di natura legale e penale. Anche se la vittima è totalmente inconsapevole dell’uso finale del conto (money mule inconsapevole), il conto è legalmente intestato a lei. Quando viene denunciata una truffa online e partono le indagini, il primo (e a volte unico) soggetto identificabile collegato ai flussi di denaro illecito è proprio l’intestatario del conto di transito.
Di conseguenza, il giovane che ha accettato “pochi spiccioli” si ritrova indagato e potenzialmente incriminato per il grave reato di riciclaggio di denaro (Art. 648-bis Codice Penale), rischiando pene detentive significative e una macchia indelebile sulla propria fedina penale. Dimostrare la propria buona fede e totale inconsapevolezza può essere un percorso giudiziario complesso e difficile.
È fondamentale diffondere la consapevolezza su questo rischio: nessuna offerta di denaro facile può giustificare l’enorme pericolo legale a cui ci si espone prestando il proprio nome per l’apertura di conti destinati a scopi illeciti.

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