Per chi ha fretta: La truffa dei “soldi in cambio di like” (o per recensioni e altri semplici task online) è un raggiro diffuso che adesca le vittime con promesse di guadagni facili tramite WhatsApp o Telegram. Inizialmente, i truffatori pagano piccole somme per conquistare la fiducia, per poi chiedere “investimenti” sempre più alti con la promessa di rendimenti maggiori. Una volta ottenuti bonifici consistenti, spariscono con il denaro e spesso anche con i dati personali. Per difendersi: diffida sempre da offerte di lavoro non richieste che promettono guadagni irrealistici per compiti banali, non fornire mai dati personali o bancari, non pagare mai per lavorare e non scaricare app sospette. Se sei vittima, interrompi i contatti, avvisa la tua banca e sporgi immediatamente denuncia alla Polizia Postale.

Le truffe digitali sono in continua evoluzione, diventando sempre più sofisticate e difficili da individuare. I cybercriminali sfruttano ogni canale, dalla posta elettronica ai social media, fino alle app di messaggistica istantanea come WhatsApp e Telegram, per raggiungere le loro potenziali vittime. Alcune frodi utilizzano indebitamente nomi e marchi di aziende note per carpire la fiducia, altre fanno leva su bisogni emotivi, come la necessità economica o il desiderio di ottenere denaro rapidamente e senza sforzo. Tra queste, una delle più insidiose e attualmente in voga è la cosiddetta truffa del “Mi Piace” (o delle “recensioni a pagamento”, o dei “task online”).

Come Funziona la Truffa del “Mi Piace” (o dei Task Online)

Questa frode, segnalata anche da associazioni di consumatori come l’Unione Nazionale Consumatori (UNC), si articola solitamente attraverso diverse fasi ben orchestrate:

  1. Il Contatto Iniziale e la Proposta Allettante: La vittima riceve un messaggio inaspettato, spesso su WhatsApp o talvolta tramite SMS, da un numero sconosciuto (spesso con prefisso estero) o viene aggiunta a gruppi Telegram creati ad hoc. Un presunto “reclutatore” o “manager di marketing digitale”, a volte millantando di lavorare per note aziende o piattaforme di social media, propone un’opportunità di lavoro semplice e apparentemente redditizia: guadagnare denaro mettendo “mi piace” a post o video su Instagram, TikTok, YouTube, scrivendo recensioni positive per hotel o prodotti, o compiendo altri “task” online di minima difficoltà. Le promesse sono di guadagni giornalieri significativi (decine o anche centinaia di euro) per un impegno di tempo irrisorio.
  2. La Fase dell’Adescamento: Piccoli Compiti, Piccoli Guadagni: Per rendere la truffa credibile e conquistare la fiducia della vittima, i malviventi iniziano assegnando compiti molto semplici. Dopo che la vittima ha messo i “like” o completato i primi “task” indicati, riceve effettivamente piccole somme di denaro (ad esempio, pochi euro o decine di euro). Questi primi pagamenti, spesso effettuati tramite ricariche telefoniche o piccoli bonifici, servono a illudere la persona di aver trovato un’opportunità reale e vantaggiosa. Massimiliano Dona, presidente dell’UNC, ha sottolineato come “le attività da svolgere sono talmente semplici e intuitive, i guadagni talmente vantaggiosi, che in tanti cascano nella trappola”. I soldi inviati in questa fase potrebbero provenire da altre vittime precedenti o essere un piccolo investimento dei truffatori per agganciare prede più “redditizie”.
  3. L’Escalation: La Richiesta di “Investimenti” o Pagamenti: Una volta stabilito un rapporto di fiducia e dimostrato che “il sistema funziona”, la truffa entra nella sua fase cruciale. Ai partecipanti viene proposto di “salire di livello” o di accedere a “pacchetti VIP” che promettono guadagni giornalieri ancora più elevati. Per fare ciò, però, viene richiesto un “investimento” iniziale, un “deposito cauzionale” o il pagamento di una “tassa di iscrizione”. Inizialmente si tratta di cifre contenute (poche decine o un centinaio di euro), che a volte vengono persino rimborsate con una piccola maggiorazione per rafforzare ulteriormente l’illusione di un affare sicuro. Potrebbe anche essere chiesto di scaricare applicazioni di messaggistica meno note o specifiche piattaforme di “lavoro”.
  4. Il Furto e la Sparizione: Dopo i primi “investimenti” andati a buon fine (o così sembra), i truffatori alzano la posta, chiedendo somme sempre più ingenti (centinaia o migliaia di euro) con la promessa di ritorni economici ancora più sostanziosi. Una volta che la vittima effettua un bonifico di una cifra considerevole, il malfattore (o l’intero gruppo) sparisce nel nulla. I contatti vengono bloccati, i gruppi Telegram chiusi e i numeri di telefono diventano irraggiungibili. Il denaro inviato è perso.
  5. Obiettivi Secondari: Furto di Dati Personali e Bancari: Oltre all’estorsione di denaro, questo tipo di truffe mira spesso anche al furto di dati sensibili. Durante le varie fasi, potrebbero essere richiesti documenti d’identità, codici fiscali, dettagli di conti bancari o carte di credito con la scusa di dover effettuare i pagamenti o per la “registrazione” alla piattaforma di lavoro. Questi dati possono poi essere usati per ulteriori frodi o venduti sul dark web.

Perché si Cade nella Trappola: Le Leve Psicologiche

I truffatori sono abili manipolatori e fanno leva su diversi aspetti psicologici:

  • Bisogno Economico o Desiderio di Guadagno Facile: In periodi di incertezza economica, la promessa di soldi facili è particolarmente allettante.
  • Illusione di Controllo e Successo Iniziale: I primi piccoli pagamenti creano un falso senso di sicurezza e convincono la vittima della legittimità dell’offerta.
  • Pressione del Gruppo (Social Proof): Nei gruppi Telegram, la presenza di altri “utenti” (spesso complici dei truffatori) che testimoniano falsi guadagni può indurre le vittime a fidarsi e a partecipare.
  • Autorità Fittizia: L’uso di nomi di aziende conosciute o di un linguaggio professionale da parte dei finti reclutatori può conferire un’aura di credibilità.
  • Tecnica del “Piede nella Porta”: Si inizia con richieste piccole e poco impegnative per poi passare a richieste economiche sempre più importanti.

Consigli Pratici per Riconoscere ed Evitare la Truffa

La prevenzione è l’arma migliore. Ecco alcuni campanelli d’allarme e consigli utili:

  1. Diffidare delle Promesse Irrealistiche: Se un’offerta di lavoro promette guadagni elevati per compiti estremamente semplici che non richiedono competenze specifiche (come mettere like o scrivere brevi recensioni), è quasi certamente una truffa. Nessuno regala soldi facilmente.
  2. Contatti Inattesi e Sconosciuti: Siate estremamente scettici verso offerte di lavoro che arrivano da numeri sconosciuti su WhatsApp, SMS o tramite aggiunte dirette a gruppi Telegram da parte di persone che non conoscete.
  3. Verificare Sempre l’Identità: Se viene menzionata un’azienda, cercate riscontri ufficiali online (sito web istituzionale, contatti verificati). Non fidatevi solo del nome fornito. Spesso i truffatori usano nomi di aziende reali senza alcuna autorizzazione o creano profili falsi.
  4. MAI Pagare per Lavorare: Nessun datore di lavoro legittimo vi chiederà mai di pagare una tassa di iscrizione, un deposito cauzionale o di “investire” denaro per poter iniziare a lavorare o per sbloccare i vostri guadagni.
  5. Non Fornire Dati Sensibili: Non condividete mai copie di documenti d’identità, codice fiscale, IBAN, numeri di carte di credito, password o altri dati personali con sconosciuti che vi contattano con queste modalità.
  6. Attenzione alle App e ai Link Sospetti: Non scaricate applicazioni da fonti non ufficiali o su indicazione di questi presunti reclutatori. Non cliccate su link sospetti contenuti nei loro messaggi.
  7. Linguaggio e Professionalità: Spesso i messaggi truffaldini contengono errori grammaticali, un italiano stentato (dovuto a traduzioni automatiche) o un tono eccessivamente informale o, al contrario, falsamente iper-professionale.
  8. Pressione e Urgenza: Diffidate da chi cerca di mettervi fretta nel prendere decisioni o nell’effettuare pagamenti.
  9. Privacy dei Gruppi: Nelle impostazioni di privacy di WhatsApp e Telegram, limitate la possibilità di essere aggiunti ai gruppi solo ai vostri contatti. Questo riduce la possibilità di finire in chat truffaldine.
  10. Segnalare i Messaggi Sospetti: Segnalate immediatamente i numeri e i messaggi sospetti alle piattaforme stesse (WhatsApp, Telegram) e bloccateli.

Cosa Fare se si È Caduti nella Rete dei Truffatori

Se, nonostante le precauzioni, ci si rende conto di essere stati truffati:

  1. Interrompere Ogni Contatto e Pagamento: Immediatamente, non inviate altro denaro e bloccate qualsiasi comunicazione con i truffatori.
  2. Contattare la Propria Banca/Istituto Finanziario: Avvisate subito la vostra banca o l’emittente della carta di credito. Spiegate la situazione e chiedete se è possibile bloccare i pagamenti recenti (specialmente se effettuati con carta) o disconoscere le transazioni fraudolente. Le possibilità di recupero del denaro dipendono da molti fattori, inclusa la tempestività della segnalazione e il metodo di pagamento utilizzato (i bonifici sono più difficili da stornare).
  3. Raccogliere e Conservare Tutte le Prove: Salvate screenshot dei messaggi, dei profili dei truffatori, dei numeri di telefono, degli indirizzi dei canali Telegram, delle email, delle ricevute dei pagamenti effettuati e di qualsiasi altra comunicazione pertinente. Questa documentazione sarà fondamentale per la denuncia.
  4. Sporgere Immediatamente Denuncia: Recatevi presso il più vicino ufficio della Polizia Postale e delle Comunicazioni o della Guardia di Finanza per sporgere formale denuncia. Fornite tutte le prove raccolte. È possibile anche consultare il sito della Polizia Postale (www.commissariatodips.it) per informazioni sulla denuncia online, anche se per reati complessi potrebbe essere preferibile o necessario un contatto diretto. Il Numero Unico di Emergenza Europeo (112) o il 113 sono per urgenze e pronto intervento, non primariamente per denunciare una truffa già avvenuta, a meno che non ci sia un pericolo imminente.
  5. Segnalare alle Piattaforme: Segnalate i profili, i numeri e i gruppi utilizzati dai truffatori direttamente a WhatsApp, Telegram o altre piattaforme social coinvolte, affinché possano prendere provvedimenti.
  6. Cambiare Password: Se temete che i vostri dati di accesso a qualche servizio online (email, social, home banking) possano essere stati compromessi, cambiate immediatamente le password, utilizzando password complesse e uniche per ogni account. Attivate l’autenticazione a due fattori ove possibile.
  7. Diffidare da “Servizi di Recupero Denaro”: Purtroppo, esistono ulteriori truffe che prendono di mira le vittime di frodi precedenti, promettendo di recuperare i soldi persi in cambio di un pagamento anticipato. Siate estremamente cauti.

Conclusione: Consapevolezza Digitale Contro le Insidie Online

La truffa del “mi piace” è solo una delle tante forme che la criminalità informatica assume per ingannare i cittadini. La migliore difesa risiede nella consapevolezza, nello scetticismo verso promesse troppo allettanti e nella costante attenzione quando si naviga online o si ricevono comunicazioni da sconosciuti. Informarsi, adottare buone pratiche di sicurezza digitale e non aver timore di segnalare i tentativi di frode sono passi cruciali per proteggere sé stessi e contribuire a un ambiente digitale più sicuro per tutti.


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